BHV e Galeries Lafayette – icone della moda francese – si preparano ad ospitare i prodotti cinesi trash di Shein

Di Redazione Francia24
1 Nov 2025

Le Controverse Boutique Shein: Aperture Imminenti in Francia tra Polemiche e Critiche

Il gigante cinese della fast fashion Shein si prepara a inaugurare i suoi primi negozi fisici permanenti in Francia, scatenando un dibattito acceso su concorrenza sleale, impatto ambientale e qualità dei prodotti. L’iniziativa segna un passo significativo per una piattaforma nata online, ma solleva interrogativi su sostenibilità e etica commerciale.

Le Accuse a Shein: Acquisti Compulsivi e Prodotti di Bassa Qualità

Shein è spesso accusata di promuovere acquisti compulsivi attraverso un modello di business basato su prezzi bassissimi e un catalogo infinito di abbigliamento e accessori di moda “usa e getta”. Critici e associazioni ambientaliste puntano il dito contro la piattaforma, sostenendo che incoraggi i consumatori a comprare prodotti inutili e di scarsa qualità, realizzati con materiali economici che durano poco e contribuiscono a un ciclo di consumo eccessivo, con impatti negativi sull’ambiente e sulla sostenibilità.

Le Date delle Aperture e i Luoghi Coinvolti

 Annunciata alcune settimane fa, l’apertura in Francia di boutique fisiche del gigante cinese avverrà il 5 novembre al BHV a Parigi e il 18 novembre in cinque Galeries Lafayette a Grenoble, Reims, Dijon, Limoges e Angers.

“BHV SHEIN il 5 novembre apertura alle 13” ha pubblicato il capo della Société des grands magasins (SGM), Frédéric Merlin, sul social network Instagram, aggiungendo “prima mondiale” per sottolineare questo primo negozio fisico e permanente al mondo per questa piattaforma fino ad ora esclusivamente online, fondata in Cina nel 2012 e con sede a Singapore.

L’Accordo e le Reazioni del Settore

Frutto di un accordo tra Shein e la SGM, società immobiliare commerciale che gestisce il BHV e sette Galeries Lafayette, questo progetto di negozi fisici ha suscitato un clamore tra commercianti e responsabili politici, mentre piattaforme come Shein e Temu sono regolarmente accusate di concorrenza sleale, inquinamento ambientale o condizioni di lavoro indegne.

L’alleanza con Shein ha spinto alcune società francesi (AIME, Culture Vintage, Talm…) a lasciare il BHV, già abbandonato da numerose marche (Le Slip Français, Maison Lejaby, ecc.) e privato di merci da altre a causa di ritardi nei pagamenti, qualificati come transitori dalla SGM.

Il Ritiro della Banque des Territoires e le Proteste dei Dipendenti

Due settimane fa, la Banque des territoires, entità della Caisse des dépôts et consignations (CDC), si è ritirata dalle negoziazioni avviate a giugno con la SGM per aiutarla a riacquistare i muri del BHV, invocando “una rottura di fiducia”. Preoccupati per il loro futuro, un centinaio di dipendenti si erano poi riuniti su appello dei sindacati davanti al BHV, in margine a uno sciopero.

“Far Lavorare Due Mondi che Tutti Vogliono Opporre”

Invitato su BFMTV giovedì, Quentin Ruffat, portavoce di Shein France, ha giustificato l’iniziativa: “L’idea con questa partnership è far comunicare e lavorare due mondi che tutti vogliono opporre: l’eccellenza del commercio fisico portata dai grandi magazzini e un modello 100% online, quello di Shein”.

Ha inoltre deplorato che Shein sia “troppo spesso presentato come un predatore” che fa concorrenza sleale ai commerci fisici. “I prezzi che pratichiamo sono unicamente grazie al nostro modello economico di produzione su richiesta”, ha detto.