Al di là delle lunghe spiagge sabbiose che caratterizzano la sua parte costiera, la cittadina di Fréjus possiede verso l’interno un centro storico con una storia antica e gloriosa testimoniata oggi da numerose vestigia.
Ascolta il podcast
Fréjus deve il suo nome al latino Forum Julii. Fu fondata infatti da Giulio Cesare prima del 49 a.C per opporsi allo strapotere di Marsiglia e divenne poi colonia di Augusto per accogliere i veterani. In seguito visse un periodo di declino fino alla costituzione del vescovado nel IV secolo: nel 400 San Leonzio regnava, in quanto vicario apostolico, su gran parte della Provenza. Nonostante ciò l’insabbiamento del porto di Fréjus portò al declino della città che fu distrutta a più riprese da Longobardi, Sassoni e soprattutto dai Saraceni, che se ne impadronirono nel IX secolo. Nel X sec si cominciò a fortificare la città e a costruire la Cattedrale di St-Léonce. Lungo le strade e nei monumenti di questa cittadina provenzale si possono ripercorrere un po’ tutte le tappe di questa storia antica e travagliata.
Il gruppo episcopale
Il gruppo episcopale di Fréjus è un insieme di quattro monumenti eccezionali. Comprende il Palazzo dei Vescovi, la Cattedrale di St-Léonce, il Battistero, che è uno tra i più antichi monumenti della Gallia cristiana, e il Chiostro.
La Cattedrale in epoca medievale era costituita da due chiese contigue, secondo un modello diffuso (presente anche ad Aix e a Apt). L’edificio attuale mostra infatti due navate parallele e comunicanti: la grande, consacrata alla Vergine e a San Leonzio e la piccola a nord, dedicata a Santo Stefano.
Il portale in stile gotico che oggi si apre sulla piazza è di epoca rinascimentale. Prima i fedeli per entrare nella chiesa passavano dal chiostro. Le ante in noce scolpite nel 1530 raffigurano scene della vita della Vergine e dei Santi Pietro e Paolo, nonché ritratti di nobili dell’epoca che pagavano per esservi rappresentati.
Il Battistero e il Chiostro
Il Battistero, costruito nel V secolo, è decorato da capitelli del II e IV sec. probabilmente recuperati dalle rovine antiche della città. A pianta ottagonale, è l’unico in Francia separato dalla chiesa cui è annesso. Vi vengono ancora oggi effettuati i battesimi, in molti casi per immersione, secondo il rito del sacramento originale.
Il Chiostro, costruito tra il XII e il XIII secolo, fungeva, oltre che da luogo di preghiera e meditazione, anche da passaggio tra le varie costruzioni. Nel XIV secolo fu costruito un piano superiore, il cui peso era però troppo elevato e le antiche volte dovettero allora essere sostituite da travi in legno. Il controsoffitto che le ricopre è decorato da tavolette dipinte disposte su tre livelli. Delle 1200 originarie ne sono ancora riconoscibili circa 300, raffiguranti immagini di santi o demoni, arti e mestieri e un singolare bestiario di animali fantastici.
Il palazzo vescovile
La prima residenza vescovile fu costruita a sud della Cattedrale nel V secolo. Questa subì modifiche nei secoli XI e XII, rese necessarie dall’insediamento di un capitolo di 12 canonici vicino al vescovo. Dopo la separazione dai canonici, il vescovo rimase solo e la sua residenza divenne un vero e proprio castello.Il palazzo è stato classificato come monumento storico nel 1908 ed è diventato il municipio di Fréjus nel 1912.
Le vestigia romane
Del periodo romano restano a Fréjus molte vestigia, anche se il loro stato di conservazione ha risentito in modo pesante delle distruzioni operate dai Saraceni. Ciò nonostante appena fuori dal centro appaiono in tutta la loro monumentalità i resti dell’acquedotto romano. Con un percorso di 42 km da Mons e Montauroux, esso portava le acque della Foux e della Saignole fino al punto più alto di Fréjus. Alto 481 m, con 36 ponti costruiti in soli 20 anni, l’acquedotto romano di Fréjus era un’opera eccezionale.
Pochi sono i resti del Teatro Romano, di cui non si conosce la data precisa di costruzione (I sec. d.C.). Le gradinate sono completamente sparite, ma il coro, la cavea e le strutture portanti della scena sono ancora riconoscibili. Si stima che la sua capacità originaria fosse di 2000 spettatori. È ancora presente un passaggio lastricato che permetteva l’accesso al secondo livello, i cui canali di scolo dell’acqua sono ancora incisi nella pietra.
Dal 1997 il teatro ha ripreso le sue funzioni di edificio per spettacoli e nel 2001 si è sovrapposta una struttura metallica alle rovine antiche. Da oltre 20 anni il teatro ospita il festival teatrale nazionale Les Nuits Auréliennes.
L’Anfiteatro Romano
Anche la datazione dell’Anfiteatro Romano è difficile. Sicuramente costruito dopo il Colosseo di Roma può essere datato alla fine del I secolo d.C. in base ad alcuni criteri generali: struttura, disegno della facciata, mattoni stampati. Fu costruito fuori dalle mura della città, addossato alla collina, certamente per risparmiare materiali.
La sua capacità era di 12.000 spettatori, Il rivestimento del monumento era in arenaria verde proveniente dal massiccio dell’Estérel.
Dopo l’antichità, il monumento si deteriorò gradualmente e fu utilizzato come bastione, cava di pietra e persino discarica. Dopo i restauri del XIX e XX secolo un progetto di conservazione ha aggiunto parti moderne ai resti per permettervi ancora spettacoli e corride, anche se dal 2010 l’uccisione dei tori vi è vietata.
(Foto di Antonella Fava©)